Namasté
Namasté sigifica letteralmente mi inchino a te, ma implicitamente contiene anche un significato più profondo e spirituale indicando che ci si inchina non solo alla persona fisica che abbiamo davanti, ma anche e soprattutto alle qualità divine che risiedono dentro quella persona così come dentro ognuno di noi.
Spesso il saluto è unito al gesto di unire le mani al petto (Anjali mudra: la radice anj, significa onorare, celebrare, ornare), che può rappresentare il riunirsi dello spirito e della materia, la mano destra la natura divina quella sinistra la natura terrena. Secondo alcuni questa posizione delle palme e delle dita (mudra) agisce già da solo come una semplice asana , bilanciando ed armonizzando le energie, permette un riequilibrio interiore.
Riconoscendo questa unità con l’unione delle mani, salutiamo con il capo chino il divino nella persona che incontriamo. Ecco perché talvolta gli Indiani chiudono gli occhi durante il gesto del Namasté nei confronti di una persona riverita, come per guardarsi dentro. Il gesto è spesso accompagnato da altre frasi come “Om shanti” o “Ram Ram”, ad indicare questo riconoscimento della divinità. Un altro modo è quello di portare le mani giunte al petto per salutare una persona di riguardo, giunte alla fronte, per salutare un maestro , oltre la testa a braccia tese per salutare il Divino.
Quando si comprende questo significato Namasté non è più solo un gesto superficiale o una parola, ma prepara la via per una comunione più profonda con l’altro in un’atmosfera di amore e rispetto.
Allora….NAMASTE’ a tutti voi! Sia per voi, con voi e in voi!