Professore qual’è il significato della vita
Dal web
“Un professore terminò la lezione, poi pronunciò le parole di rito: “Ci sono domande?”. Uno studente gli chiese: “Professore quale è il significato della vita?”. Qualcuno tra i presenti che si apprestava ad uscire rise. Il professore guardò a lungo lo studente, chiedendo con lo sguardo se era una domanda seria. Comprese che lo era. “Le risponderò”, disse. Estrasse il portafoglio dalla tasca dei pantaloni, ne tirò fuori uno specchietto rotondo, non più grande di una moneta. Poi disse: “Ero bambino durante la guerra. Un giorno, sulla strada, vidi uno specchio andato in frantumi. Ne conservai il frammento più grande. Eccolo. Cominciai a giocarci e mi lasciai incantare dalla possibilità di dirigere la luce riflessa negli angoli bui dove il sole non brillava mai: buche profonde, crepacci, ripostigli. Conservai il piccolo specchio. Diventando uomo finii per capire che non era soltanto il gioco di un bambino, ma la metafora di quello che avrei potuto fare nella vita. Anch’io sono il frammento di uno specchio che non conosco nella sua interezza. Con quello che ho, però, posso mandare luce – la verità, la comprensione, la bontà, la tenerezza – nei bui nascosti del cuore degli uomini e cambiare qualcosa in qualcuno. Forse altre persone vedranno e faranno altrettanto. In questo, per me, sta il significato della vita”.
Pensieri
A volte la vita ti porta delle risposte inattese, ti proietta in luoghi che pensavi non esistere, per fare esperienza di consapevolezza. Che strano iniziare ad osservare come il bambino non vede l’ora di crescere, di diventare adulto per poter dare concretizzare la sua vitalità e i suoi sogni. Poi l’adulto, a volte in quei momenti di centratura e consapevolezza, cerca di ascoltare il suo bambino interiore che, quasi assopito cerca ancora degli angoli e dei momenti per reclamare il suo spazio e la sua importanza. Penso che solo provando ad “ammirare” il dono della vita con gli occhi, il cuore e la semplicità di un bambino si possa davvero rendere grazie al magnifico dono della vita che ci da la possibilità di ammirare le meraviglie del creato di cui noi facciamo parte come vera unicità! Del resto anche Gesù esorta a ritornare come bambini per poter vedere la Sua grandezza.
Allora proviamo a mettere da parte le nostre durezze, il nostro misurare ogni cosa con la mente per affrontare le nostre rigidità, pregiudizi, paure con la semplicità del bambino che non fa… perché E’! Che questo periodo di riposo, per chi ha la fortuna di poterlo vivere, sia un momento in cui staccare dalle dinamiche consumistiche e calcolatrici, per poter tornare alla nostra vera natura, alla nostra vera essenza di creature amate, volute, desiderate e incastonate in un dono: la vita!
E se poi iniziamo ad affidarci al Creatore e ai nostri angeli custodi…
Buon cammino!
Gianni Romano